Il growth hacking è uno dei concetti più discussi e, talvolta, fraintesi nel panorama del marketing digitale contemporaneo. Ma cos’è realmente e quali sono le strategie e le best practice più efficaci per le aziende?
Cos’è il growth hacking?
In termini semplici, il growth hacking è l’insieme di strategie creative e non convenzionali volte a far crescere rapidamente un business. Piuttosto che affidarsi ai metodi tradizionali di marketing, i growth hacker cercano soluzioni innovative e scalabili per massimizzare la crescita. Secondo Wikipedia, il growth hacking collega marketing e sviluppo del prodotto per trovare le soluzioni più efficienti al fine di far crescere un’azienda.
Una metodologia progettuale sperimentale
Giacomo Arcaro, CEO di Black Marketing Guru, lo descrive come una metodologia che sfrutta opportunità tramite sperimentazioni rapide e iterative. Questo approccio va oltre il marketing, applicandosi anche ad altre aree come la gestione aziendale e lo sviluppo personale, diventando così una sorta di “life hacking” applicabile in vari contesti.
Perché le startup si affidano al growth hacking?
Molte startup non dispongono di grandi budget per il marketing tradizionale e spesso operano in un contesto di risorse limitate, come sottolineato da Fast Company. Il growth hacking è particolarmente adatto a queste realtà, dove è necessario testare soluzioni innovative e scalabili rapidamente, senza sprecare tempo o fondi. Secondo The Next Web, i growth hacker usano esperimenti continui per trovare la via più rapida alla crescita.
L’importanza del growth hacking per le PMI
Anche se il growth hacking ha radici nelle startup, molte piccole e medie imprese (PMI) hanno adottato queste tecniche per ottenere risultati più velocemente. Sean Ellis, il pioniere del termine, ha dimostrato come queste strategie possano essere utilizzate per portare alla crescita anche aziende più consolidate, non solo startup. Il mantra “growth fast or die” (cresci velocemente o muori), citato da Vin Clancy, descrive perfettamente la mentalità necessaria per avere successo in questo campo.
La scienza dietro il growth hacking
Luca Barboni, fondatore di 247X, spiega che il growth hacking segue un approccio scientifico e sperimentale: tanti piccoli esperimenti a basso costo per capire cosa funziona, riducendo al minimo i rischi. Questo approccio, nato nella Silicon Valley, si è diffuso ampiamente anche in Europa, soprattutto nel Nord Europa e nel Regno Unito.
Le competenze di un growth hacker
Un growth hacker è un professionista multidisciplinare che unisce competenze di marketing, ingegneria, sviluppo e gestione dei contenuti. Come sottolineato da Vin Clancy, è chiunque abbia una “formula segreta” per il successo, sia che si tratti di far crescere un profilo Instagram, aumentare le vendite o guadagnare visibilità.
Differenza tra un web marketer e un growth hacker
Sebbene entrambi abbiano lo stesso obiettivo – far crescere un business – il growth hacker adotta un approccio più tecnico e sperimentale rispetto al web marketer tradizionale. Il growth hacker utilizza l’ingegneria, l’analisi dei dati e le tecniche di sviluppo per trovare nuove strade di crescita, mentre il web marketer si concentra su campagne tradizionali e digitali. Questa fusione di competenze rende il growth hacker una figura estremamente ricercata nel mercato di oggi.